
Sto pensando a voi, che fate parte della grande famiglia del Podere l’Agave: visto che non posso farlo bevendo un cappuccino a colazione nel gazebo o un bicchiere di vino al tramonto in giardino vi parlo da qui.
Finalmente è chiaro a tutti: dobbiamo stare fermi e ho realizzato, in questi giorni che fermarsi non significa stare immobili. Fermarsi dà la possibilità di fare e scoprire tante cose. Voi cosa state facendo? Cosa state scoprendo? Non è facile, non sto dicendo questo, ma se guardo il bicchiere mezzo pieno, ogni tanto mi sorprendo a sorridere nonostante le tante preoccupazioni e paure.
Noi qui ci stiamo prendendo cura del Podere l’Agave. Vladi sta carteggiando e pitturando le ante e lo sto aspettando al varco, perché insieme, a breve, affronteremo i magazzini. Pietro sta scavando tunnel per il giardino, supervisionato da Jasmine, Antonio e Paola, Jimmy sta seguendo i ragazzi che fanno il cappotto per tenere al calduccio e al fresco gli appartamenti, Aurika e Rosa stanno pulendo tutto il post cantiere, Michela è tornata a casa, in Romania, dopo avermi aiutato a gennaio e a febbraio all’Agave in Città e al Santa Cecilia.
I ragazzi, a casa da scuola, corrono al mattino, seguono le lezioni on line, studiano per la patente e il patentino. guardano video e non si staccano dal cellulare che è il loro collegamento con il mondo, ma ogni tanto mi stupiscono, appare un libro nelle loro mani o entrando in camera vedo ordine (senza che io mi sia sgolata).
L’Agave si è fermato, ma non è immobile, vi pensiamo e vi aspettiamo a braccia aperte, appena è possibile. Nel frattempo, se avete voglia, scrivetemi e mandatemi foto della vostra vita in questi giorni. Se siamo tutti fermi ma uniti ne usciremo vincitori!
Barbara